Carlos Sainz è un pilota che va meglio in gara piuttosto che in qualifica. Mai come stavolta è importante che lo dimostri, nel Gp di Jeddah in Arabia Saudita. Dove l’obiettivo minimo è salire sul podio. È mancata l’affidabilità alla Ferrari – Leclerc retrocesso di dieci posizioni per il cambio alla centralina — ed è mancato lo spagnolo nelle qualifiche, quando ci sarebbe stato molto bisogno di lui. Sembrava guidare una macchina diversa da quella di Charles, il monegasco ha confermato la sua straordinaria abilità sul giro secco arrivando vicino al poleman Sergio Perez. Carlos invece si è preso quattro decimi dal compagno ed è finito persino dietro a Russell, su una Mercedes allo sbando (la macchina sarà stravolta da Imola): evidenze della mancanza di fiducia per spingere su un circuito velocissimo e rischioso come quello di Jeddah.
Nei test in Bahrain lo spagnolo si era adattato prima del monegasco alla SF-23, poi non appena è cominciato il vero campionato i valori si sono capovolti. Il rimpianto di una possibile prima fila mancata è presente anche nella testa di Fred Vasseur: «Peccato perché ha dovuto montare un treno di gomme in più nel Q2, e nel Q3 si è ritrovato con un solo set nuovo. Ha commesso un errore che probabilmente gli è costato la prima fila». Perché Sainz ha spremuto così le gomme risultando uno dei peggiori nel primo settore della pista (ottavo tempo, persino più lento di Ocon in quel tratto)? «Anche nell’ultimo tentativo del Q3 ho provato a tirare un po’ di più e ho sbagliato nel primo settore e ho perso 3-4 decimi. È stata una brutta qualifica». Carlos non è riuscito a scaldare le gomme davanti, non «sentiva bene» l’anteriore: «Perdevo moltissimo nelle curva 1 e 2, e alla 4 dove Charles ha sfruttato molto bene la macchina: nel resto ero veloce».
Sono emerse le difficoltà di Sainz quando deve guidare al limite. La sua dote migliore è la concretezza, la gara di oggi sarà un esame: «Abbiamo il ritmo per passare Russell, lottare con l’Aston Martin e andare sul podio. Vincere? La Red Bull mi sembra troppo forte». Finire fra i primi tre, è però un obiettivo obbligatorio dopo la medaglia di legno in Bahrain.
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