INTER-JUVENTUS, LA SFIDA DI INZAGHI E ALLEGRI PER IL SECONDO POSTO

MILANO La premessa è d’obbligo, perché è anomalo che Inter-Juventus il 19 marzo non sia una partita-scudetto per nessuna delle due. E del resto il fatto che già da qualche settimana Allegri e Inzaghi si stiano disputando a parole il secondo posto la dice lunga sul campionato che le loro squadre hanno fatto all’ombra del Napoli: sempre a cavallo dei 2 punti di media (quindi attorno ai 76 finali), ovvero un ritmo che due anni fa non garantiva nemmeno il quarto posto (proprio il Napoli chiuse quinto a 77), mentre l’anno scorso sì, dato che la squadra di Allegri finì quarta con 70 punti dopo aver speso 80 milioni per Vlahovic nel mercato invernale.

E dire che i nerazzurri hanno inaugurato il 2023 fermando per la prima volta Spalletti, mostrando quindi una possibile crepa nel dominio napoletano. Una settimana dopo il 5-1 inflitto ai bianconeri da Osimhen e soci però ha fatto capire subito a tutti che non tirava aria di fronda alla capolista, tantomeno di rimonta. Così l’Inter ha poi mollato 10 punti su 27 nell’anno nuovo contro le provinciali, mentre la Juve dopo la maxi sosta per il Mondiale ne ha fatti 2 in più.

Siamo lì. Ma solo per la classifica virtuale, dato che al momento la penalizzazione di 15 punti ha rispedito indietro i bianconeri, che dopo aver subito il contraccolpo e sentito il loro allenatore parlare di «sfida salvezza» a Salerno, adesso hanno cambiato linea, anche comunicativa, e ritrovato gli stimoli giusti. In attesa di una sentenza in merito, Allegri ha il diritto e anche il dovere verso il suo spogliatoio e il suo numerosissimo popolo di tifosi, di ripetere il concetto: «Bisogna difendere il secondo posto perché abbiamo 53 punti che sono 3 più dell’Inter, 5 più del Milan, 4 più della Lazio e 6 più della Roma. Noi non dobbiamo valutare quello che succede fuori dal campo. Se a fine anno la squadra al netto delle sanzioni sarà sesta o quinta vorrà dire che la stagione non sarà andata bene. In questo momento bisogna difendere il secondo posto, che è quello sul campo».

È altrettanto legittimo che Inzaghi si consideri secondo, anche perché il Milan ha fallito il sorpasso. Il tecnico dell’Inter sa che è meglio fare i conti con la Juve come diretta concorrente, però come tutti non può conoscere l’esito del ricorso bianconero al Collegio di garanzia del Coni del 19 aprile, data spartiacque almeno per la sentenza sulle plusvalenze che riguarda la Juve, perché poi c’è anche il filone-stipendi che può gravare sulla classifica. In fin dei conti Inzaghi esprime questo disagio a nome di tutti: «Io guardo la classifica in questo momento, poi ci sono delle vicende giudiziarie per cui ci sono gli organi preposti: speriamo di scoprirlo presto, perché le squadre che stanno lottando hanno bisogno di chiarezza».

La Juve è la vittima preferita, di Inzaghi, nel senso che dal 2016 nessuno l’ha battuta più volte (7) e nessuno l’ha usata come metro di paragone in maniera altrettanto convincente, vincendo due Supercoppe con la Lazio e i due trofei nerazzurri della scorsa stagione. All’andata l’Inter pensava di avere la soluzione in mano ed è stata punita in contropiede. E non si può dire che poi la faccenda le sia servita da lezione.

Allegri ha comunque battuto Inzaghi 6 volte su 9, ma ha perso in trasferta gli scontri diretti giocati fin qui (Napoli, Milan e Roma), mentre l’Inter in casa ha ricostruito, battendo Napoli e Milan, quello che aveva perso all’andata sempre in casa (nel derby e con la Roma). Da due squadre così ondivaghe, con la Juve prima per distacco nel monte ingaggi (97 milioni netti) e l’Inter seconda, ci si può aspettare di tutto. Ma una certezza c’è: se Allegri si considera secondo, Inzaghi sa bene che la Juve è una pari grado. E vuole dare un segnale forte. Sul campo.

2023-03-19T07:20:23Z dg43tfdfdgfd