Via libera al divorzio con Luciano Spalletti, a patto però che resti fermo almeno nella prossima stagione. C’è invece l’altolà di Aurelio De Laurentiis alla separazione consensuale con Cristiano Giuntoli, che dopo 8 anni ritiene conclusa la sua lunga avventura a Napoli ed era certo di potersi liberare con 12 mesi d’anticipo sulla scadenza del suo contratto. Ma il presidente non ha intenzione di assecondare i progetti dell’uomo mercato, deciso a lasciare il club azzurro dopo la storica vittoria dello scudetto e già in parola da qualche settimana con la Juventus. I nuovi campioni d’Italia dovranno già trovare un altro allenatore e l’unico modo per limitare le incognite della rivoluzione nel settore tecnico è trattenere almeno il direttore sportivo, costringendolo a rispettare il suo impegno in scadenza a giugno 2024.
Per questo De Laurentiis ha preso la decisione di confermare Giuntoli a Napoli, con il duplice intento di dare continuità al progetto tricolore e intralciare i piani di una diretta concorrente come la Juve. Il ds ha un ingaggio annuale da 1.4 milioni, aspetta di incontrare il presidente di persona — confidando in una transazione economica — e per il momento è separato in casa, visto che non sta partecipando alle prime schermaglie della campagna acquisti e tanto meno al casting in piena evoluzione per la ricerca del nuovo allenatore: con la pista più intrigante e internazionale che porta al nome di Luis Enrique e il corteggiamento più concreto per Vincenzo Italiano.
È infatti già cominciato il dopo Spalletti, che venerdì mattina si è fatto tatuare sull’avambraccio sinistro uno scudetto con il numero 3 e lo stemma del club azzurro, legandosi in maniera indelebile alla squadra con cui è riuscito a vincere per la prima volta nella sua carriera il campionato in Italia. Ma l’atto di amore non cambierà la sostanza e Luciano è irremovibile nella sua decisione di prendersi almeno un anno sabbatico, per ritirarsi nella sua tenuta in campagna. "Per quello che avrò da fare ho bisogno di stivali, altro che ali: non devo volare da nessuna parte". De Laurentiis ne ha preso atto a malincuore e accetterà dunque le dimissioni con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto di Spalletti, a patto però che il tecnico si impegni a non accettare offerte da parte di altre squadre. Diversa è invece come detto la situazione di Giuntoli, a cui il presidente non ha intenzione (a costo di arrivare al braccio di ferro) di rinunciare. Almeno per il momento.
La Juve spera sempre che la situazione nel Napoli si sblocchi, ma nel frattempo è costretta a studiare un piano alternativo. Al momento è favorita la soluzione interna, con il tandem formato dallo scouting manager Matteo Tognozzi — classe ’87, ex Zenit, Amburgo e Leverkusen — e da Giovanni Manna, classe ’88, alla Juve dal 2019: sono entrambi responsabili della Next-Gen bianconera e scopritori di talenti. Questa scelta avrebbe il placet di Allegri: i due andrebbero a completare l’area tecnica con l’allenatore, se alla fine sarà confermato (ogni scenario è aperto), e il dirigente Francesco Calvo. La Juventus continua comunque a valutare pure Frederic Massara — se lascerà il Milan — e Giovanni Rossi del Sassuolo. Ma oggi il duo Tognozzi-Manna è in vantaggio.
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